ROMA (ITALPRESS) – “Alle nostre sorelle ucraine, così coraggiose, voglio dire: noi siamo con voi, al fianco della vostra storia e delle vostre storie”. Lo ha affermato la ministra per le Pari
Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, nel corso della cerimonia al Quirinale per l’8 marzo.
“L’Europa libera e unita è una storia nata da un sogno, un carcere e un’isola, Ventotene. Sono state le donne a dar voce, oltre le cancellate, a quel sogno di un’Europa solidale e non indifferente. Lo hanno fatto con la differenza che ci è propria – ha proseguito Bonetti -. Lo ha spiegato la Presidente Von der Leyen: “le nostre democrazie sono più forti quando le donne sono coinvolte da pari. Non perchè le donne sono migliori, ma perchè siamo differenti”. E’ la nostra differenza che portiamo come contributo al bene comune. La differenza, che è alla base del pluralismo e della democrazia. Che riconosce l’altro e unisce, e compone un discorso di comunità. E’ in nome di questa differenza che non smettiamo di lavorare affinchè donne e uomini abbiano pari dignità e pari opportunità. Ed è in questa differenza corresponsabile che la nostra Europa trova il suo volto autentico: di pluralismo e di coesione, di giustizia e di solidarietà”.
“Il 2021 ha visto sorgere nell’alveo europeo domande comuni di ripartenza, cui abbiamo saputo trovare una risposta comune. Con il Piano Italia Domani abbiamo scelto le pari opportunità come leva di sviluppo, di coesione e di inclusione, perchè l’Italia del 2027 sia un’Italia rinnovata dalle donne e dagli uomini – ha detto ancora Bonetti -. La denatalità e il tasso di occupazione femminile ancora troppo basso sono due grandi elementi di fragilità del nostro sistema, il risultato di un modello sociale che ha reso la maternità un costo, ha inibito la carriera delle donne e ha di fatto costretto le donne a scegliere se essere madri o lavoratrici. E’ evidente che questo sistema non poteva reggere: la riforma del Family Act, che accompagna il Pnrr, è la nostra scelta di politiche familiari di investimento, che promuovano l’empowerment delle donne”.
(ITALPRESS).

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